Facendo il mio mestiere ti capitano, ogni tanto, cose belle: tipo che un giorno ti trovi a pranzo con Fernando Image may be NSFW.
Clik here to view.Solanas, detto Pino. Che è per il cinema argentino quello che Messi è per la nazionale biancoceleste. Il migliore, il leader, il punto di riferimento. Uno che nel ’68 viaggiava in lungo e in largo l’Italia con una 500 piena delle pizze de L’ora dei forni, un documentario poi diventato di culto, e adesso, anzi l’anno prossimo, si presenta alle politiche per diventare presidente della repubblica del suo Paese. Solanas, che ha alle spalle molti grandi film tra cui uno splendido – Tangos-L’esilio di Gardel - è un maestro che non ha bisogno di cattedre: è ironico, affabile, ha uno sguardo lucidissimo sul presente. Anima del "terzo cinema", là dove se il primo cinema è quello hollywoodiano, il secondo è quello d’autore, il terzo è invece il cinema di liberazione, che rende ogni suo regista e interprete un "guerrigliero", Solanas, da sempre impegnato nelle battaglie civili, ha dimostrato, durante il nostro breve incontro, di gradire molto di più il prosciutto di Parma e i tortelli d’erbetta piuttosto che Tarantino, che ha definito un "capriccioso". Non risparmiando critiche nemmeno ai selezionatori della Mostra del cinema di Venezia, che gli hanno sempre sbarrato le porte ultimamente…Anche se lui è rimasto quello che era all’inizio: un genuino, un idealista. Uno che la sua "campagna elettorale" la fa attraverso documentari scomodi, che raccontano i mali dell’Argentina, "un Paese di cui nessuno vi dice la verità". Dalla privatizzazione dei treni alle miniere in mano alle multinazionali straniere che avvelenano l’acqua: il tema del suo ultimo, ragguardevole, lavoro: "Tierra sublevada". Sono gli scavi nel presente di un regista che pensa ancora sia importante spendere una mattinata incontrando i ragazzi delle scuole di un paese di provincia: magari per spiegargli che la "creatività è sofferenza", e che fare cinema o arte è ancora – e per fortuna – "un viaggio nell’ignoto". Buona fortuna, "presidente".
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Solanas, i tortelli d’erbetta e Tarantino
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